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Instagram copia Snapchat: quando imitare fa bene

Scritto da Orsola Di Donato | 4-ago-2016 13.50.40

Se lo posso migliorare allora lo posso copiare. Deve essere quello che ha pensato Mark Zuckerberg lanciando Instagram Stories, la nuova funzione che permette di creare storie temporanee e che "clona" di fatto l'essenza di Snapchat

E così, dato l'annuncio, tutti a gridare alla copia, alla mancanza di innovazione. Ma siamo sicuri che volersi differenziare a tutti i costi sia davvero una strategia vincente? In alcuni casi la capacità di copiare con intelligenza può, non solo garantire la sopravvivenza, ma aprire nuove strade.

Samsung si "ispirò" liberamente all'interfaccia del rivoluzionario iPhone sul principio che se il mondo aveva accolto con un tale entusiasmo il telefono di Apple, non valeva la pena ostinarsi nel proporre qualcosa di diverso. Nokia non la pensò così e come è finita quella storia lo sappiamo già. 

Google ha tentato la strada del "bastian contrario" dichiarando guerra a Facebook con G+ e introducendo un nuovo modo di entrare in contatto con i proprio amici attraverso le "cerchie". Il risultato è stato quello di disorientare l'utente, già abituato all'esperienza Facebook e poco incline ad imparare un nuovo modo di interagire quando ne aveva uno pieno di amici che funzionava bene.

La storia della tecnologia è lastricata da copioni. Instagram copia Snapchat su un terreno per altro non nuovo. Già nel 2012 Facebook aveva introdotto la condivisione di contenuti effimeri con il Poke (una sorta di colpetto sulla spalla ad un amico): una interazione che non lascia segno. Ora ci prova con la funzione Stories in Instagram, il social network di foto e brevi video aquisito per circa 1 miliardo di dollari.

Instagram è già nelle vite di almeno 500 milioni di utenti ogni mese, ha un'interfaccia rassicurante e semplice e coinvolge un target decisamente più ampio rispetto a Snapchat (social preferito dai teenagers). Inoltre, chi ha nel tempo costruito un gruppo solido di followers non dovrà riniziare la "scalata sociale" in un nuovo sconosciuto territorio. La copia, dunque va ad inserirsi in una piattaforma ben collaudata e non potrà che giovarsene.


Gli svantaggi? Qualcuno lamenta la mancanza delle "famose maschere" di Snapchat, l'assenza di filtri, il ritorno prepotente dell'importanza dei numeri (su Snapchat non si conosce il  numero di followers di un utente) e infine, il punto più importante: Instagram nasce come social fotografico e non è detto che chi trova interessanti le foto di un certo profilo, abbia voglia anche di dare un'occhiata alla vita live del suo proprietario. Per quello c'è Snapchat, no?

Insomma copiare è un'arte. Copiare dai più bravi non garantisce il successo così come non lo garantisce la spasmodica ricerca di cose nuove. Se Instagram avrà copiato bene, avrà migliorato l'esperienza, ne avrà semplificato le modalità e ampliato il target allora avrà vinto. E forse, tra qualche anno, nel mondo delle storie dalla memoria corta ci ricorderemo il giorno in cui Instagram inventò le Storie, dimenticando per sempre il suo coraggioso predecessore.

Fonte | Stratechery